La transumanza è la migrazione stagionale di greggi e pastori.
Avviene due volte l’anno: con l’arrivo della buona stagione, le bestie sono guidate dalle pianure ai pascoli di zone collinari e montane, mentre prima dell’inverno sono ricondotte nei territori pianeggianti, dal clima più mite.
Il Regio Tratturo Pescasseroli – Candela è il secondo per estensione dell’Italia meridionale.
E’ lungo 211 chilometri, e permette di collegare l’area montana del Parco Nazionale di Abruzzo con il Tavoliere delle Puglie. E’ una direttrice che mantiene una direzione quasi costante, che punta fissa verso Sud-Est.
Si pensa che l’itinerario fosse già seguito in epoca pre-romana, ed è del 111 a.C. il primo editto emanato dai Romani, la lex agraria, che regolamenta l’uso delle aree pascolive e delle publicae calles, senza alcun dazio sui percorsi, che erano effettivamente di tutti.
Si hanno prove di un suo largo impiego nel Basso Medioevo, e così è stato anche per i secoli a venire, fino ala seconda metà del XIX secolo, quando il crescente sviluppo delle vie carrate e ferrate ha reso molto più veloce lo spostamento dei capi di bestiame.
Oggi, infatti, questa antica via è in larga parte cementata, trasformata in strade carrabili statali e provinciali, perché, come spesso accade, quando una direttrice funziona, gli abitanti del luogo tendono a sfruttarla e trasformarla per adattarla alla modernità.
Negli ultimi cinquanta anni, tanto si è fatto e provato a fare per salvaguardare la memoria di queste vie erbose: tra il 1976 e il 1983 è stato ufficialmente riconosciuto il loro interesse storico-artistico nelle principali regioni che attraversavano, si è istituito il vincolo per i suoli tratturali e si è terminata, per quanto possibile viste le ampie perdite cartografiche causate dalla Seconda Guerra Mondiale agli archivi di Foggia e Napoli, una carta generale dei tratturi in scala 1:500.000, iniziata nel 1912.
Lei non ricorda bene quando e come sia successo, ma Lui ad un certo punto le ha proposto, nel sottotetto riscaldato dalla stufa in ghisa, di partire sulle tracce di un antico tratturo, che aveva incrociato durante il suo primo tentativo di raggiungere a piedi Gerusalemme. Nel farlo, ha estratto dalla libreria un libretto bianco, una piccola guida autoprodotta e molto disattesa per l’inaspettata piega degli eventi, dove ha ritrovato le zone geografiche e i tratti interessati.
Così, per tutto l’inverno hanno pensato, non molto concretamente, al Regio Tratturo, a come unirlo al cuore dell’Appennino Centrale, prima, al mare, poi.
Ne è venuta fuori una linea quasi perfettamente diagonale che però termina sghemba. Anzi, sarebbe meglio dire che ancora non ha un punto di fine ben determinato.
Inizialmente, infatti, avevano pensato di arrivare a Monte Sant’Angelo, cuore spirituale del Gargano, e da lì scendere al mare, per qualche giorno di meritato riposo dopo un anno faticoso e difficile, ricco di cambiamenti.
Ma poi, proprio a Nord di quel luogo sacro c’è la Foresta Umbra, e la tentazione di attraversarla per raggiungere il mare che cela sull’altro versante, è grande.
Sarà un divenire. Meno del solito, per certi versi, più del solito, per altri.
In più, hanno venti giorni di cammino per decidere come concludere il viaggio.
Nel frattempo, li aspetta l’Abruzzo, il Molise, una piccola porzione di Campania, l’Irpinia, la Puglia, il Tavoliere, un lembo di Mar Adriatico. Diverse aree archeologiche, un castello su una collina, molte chiese dalle mura bianchissime, lo studio di un editore, alcune ospitalità pellegrine, tantissimi rovi e incroci mancati.
Li aspetta, l’Avventura.
“Ci perderemo.”, dice Lui.
“E sia!
Saremo insieme, però.”, risponde Lei.