Una giornata per ricordare.
Camminando sulla montagna caduta, attraversando lo stretto camminatoio della diga, ancora si può sentire il rombo dell’acqua che inesorabile, la notte del 9 ottobre 1963, superò il muro di cemento armato e travolse ogni cosa abbia trovato sul suo percorso.
Longarone, Erto e Casso.
Affogati in pochi minuti, ricoperti di fango.
Una tragedia annunciata, che nessuno ha voluto ascoltare.
Millenovecentodiciassette voci, ancora, chiedono la loro vendetta, come, allora, la chiedeva la natura stuprata dall’uomo.
Oggi, le montagne innevate accarezzate dal sole fanno sembrare quell’incubo un passettino più lontano.
Ma la loro presenza, immobile, ricorda a noi piccoli uomini che per quanto cerchiamo di negarlo, per quanto proviamo a sconfiggerla con la tecnologia, la natura governerà sempre.
Grazie per le foto,
e per tutto il resto,
a Carlo.