In questi giorni sono successe alcune cose belle, che mi hanno fatto bene e che mi hanno dato speranza.
Una collega ha cambiato scuola, ma, prima di salutare definitivamente il nostro liceo, mi lasciato nel cassetto un piccolo libro, nato dal progetto di editoria indipendente creato da lei e da un amico.
La casa editrice porta il nome di Double Nickels, e realizza libri che raccontano la storia di musicisti eclettici e anticonformisti. Se vi va, li trovate qui.
Ho vissuto alcuni momenti di sorellanza fortissimi, come non mi è mai capitato prima nella vita.
Non faccio parte di collettivi femministi, la maggior parte mi paiono manifestare alcune idiosincrasie che faticherei a comprendere e tollerare. Ma, in maniera del tutto autonoma, con alcune persone lontane, che oggi posso chiamare amiche, siamo riuscite a creare un gruppo paritario in cui ci si aiuta e supporta senza giudizio, mai, nemmeno quando l’altra persona esprime un sentire lontanissimo da quello di alcune delle altre.
Non mi era mai successo di sentirmi così vicina a qualcuno che, fisicamente, è così lontano.
Non mi era mai capitato di sentire così forte il sentimento di sorellanza, il sapere che, per quelle quattordici o quindici persone, sarei capace di mollare tutto e andare in soccorso, in qualsiasi momento, anche se questo significherebbe attraversare mezza Italia.
Non mi era mai capitato di provare una affinità così profonda, una fiducia così assoluta, un bene così grande, tutto scaturito da un momento all’altro, e diventato immediatamente indelebile.
Sono stata fino a oggi, io, troppo chiusa e sulla difensiva?
Sono loro, quelle persone, ad aver schiuso ciò che conservavo nei miei cassetti segreti e profondi?
Era semplicemente, oggi, il momento giusto per diventare sorella di tante compagne di una lotta contagiosa e sempre meno silente?
Non so rispondere, a queste domande. E forse non voglio nemmeno.
Ma so che, grazie a loro e con loro, io oggi sto meglio di come sono stata mai.
Nel frattempo, sul blog, che mi sono ritrovata a trascurare senza pietà nonostante i buoni propositi, e su Instagram, sono arrivate alcune persone a partire dal mio testo sulla maternità childfree (qui), che lo hanno apprezzato e hanno anche apprezzato il mio approccio a questa nuova parte della mia vita.
È balsamico sapere che, nel mio piccolissimo, sono capace di lasciare qualcosa alle persone.
Infine, è successa un’altra cosa bella, che per ora desidero conservare per me e poche persone a cui voglio bene. Mi emoziona molto, e, se davvero si concretizzerà come sembra, mi permetterà di coronare di un sogno che coltivo da un po’.
Che bella settimana.
E non è ancora finita.