Il campanile nel campanile.

Un frate, il tau al collo, li accoglie, e li indirizza ad una porticina sulla destra.
Una ricostruzione in argilla spiega come il campanile cilindrico del X secolo che arricchiva la Cattedrale sia stato inglobato, due secoli più tardi, dall’attuale campanile a torre.
Ne è stata salvaguardata la memora, conservata l’importanza che ha posseduto. Non sostituito, ma salvato dall’oblio, protetto dalla struttura più nuova.

Una scala dalla dolce pendenza, ricavata nell’intersezione tra le due costruzioni, sale a spirale. La spalla destra sfiora il muro del campanile più antico, quella sinistra la parete esterna di quello più moderno.

Sulla destra si apre un ambiente, il pavimento in pendenza, le ampie finestre aperte a donare una prima incantevole vista a tutto tondo sulla città.
La statua di San Paolo posta sulla facciata appare di spalle. Al centro della stanza una fenditura protetta da un pesante vetro conduce la vista verso il basso, lungo il perfetto cilindro verticale della torre più antica, fino al suolo. Vertigini.

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Un piano ancora. Una sfera di ottone, il parafulmine posto alla sommità della cupola antica.
Contano le torri sopravvissute ai secoli, individuano la loro casa.
Un’ultima ripida scala conduce al concerto campanario, fitto di corde e tiranti.
Il campanaro aspetta i visitatori sulla sommità, pronto a raccontare, con fare amichevole e schietto, le storie di quelle pietre, dei campanari che lo hanno preceduto, e soprattutto, delle quattro signore di bronzo che da lassù riempiono l’aria con il loro canto.
La campana principale, chiamata giovialmente “La Nonna”, perché da quando è stata costruita non ha mai smesso di parlare, pesa tre tonnellate. Viene conservata rovesciata, per preservarla dai danni in caso di terremoto. Le sue tre compagne, più giovani e modeste in dimensioni, aspettano placide le poche occasioni annuali per suonare assieme a lei in mille capriole, guidate da una squadra di ventitré campanari, in una danza assordante in cui anche la torre oscilla per tenere il ritmo.
Due falchi, eletta la Torre Azzoguidi a loro dimora, proteggono il campanile di San Pietro da altri invasori alati.

Satana arrabbiato
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Quasi al centro perfetto, dai suoi 70 metri di altezza, seconda solamente agli Asinelli, e dalle finestre ad arco spalancate permette di spaziare con la vista nelle quattro direzioni. Da San Luca ai moderni palazzi ad Est, dagli Appennini a Cesenatico.

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Non esiste un’altra città così.

A G.,
sempre in avanscoperta.

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