Un nuovo segnavia, con il re dei numeri primi che campeggia sornione in mezzo al giallo.
Lasciano il paese medioevale in salita, per riguadagnare i metri di dislivello persi con la discesa a Donnas.
Fa caldo, nel primo agosto valdostano.
I tanti scalini di pietra che si arrampicano erti all’interno della Valle del Lys non lasciano tregua al Dryton® delle magliette, su cui si allarga sempre più una chiazza scura.
Guadagnato il crinale, l’afa del fondovalle si è tramutata in una spessa nebbia, che li costringe, il mattino seguente, a trovare una alternativa più sicura della via di cresta attrezzata che avrebbero dovuto seguire.
Risparmiano tempo, certo, ma sono costretti a rinunciare ai paesaggi sulle vette tutte intorno, affogate nel latte.
Il bosco perde nuovamente quota, il lago Vargno risplende scintillante nell’abbraccio del cemento armato che gli permette di essere.
Un viandante spagnolo, lo zaino volgarmente pieno, l’abbigliamento inadeguato, chiede aiuto per ritrovare il sentiero smarrito. Gli dicono di seguirli, stanno andando nello stesso posto. Procede bene in salita, ma la discesa gli spezza le gambe, la sofferenza dipinta sul viso. Rallenta, lo precedono, sempre attenti a mantenere il contatto visivo.
I giorni a venire penseranno spesso a lui, timorosi del suo destino.
Un nuovo giorno inizia.
Lasciano le pendici del Mont Mars, cupo e dall’aura violenta, per dirigersi verso il Piemonte, saltellando sul confine di questi due territori in perenne scontro ed in perenne pace.
Un’altalena di conifere e prati, fino al Lago della Vecchia, la nebbia a rendere ancor più viva la leggenda che parla di amori perduti e di orsi.
A loro volta le nubi danno corda al perenne conflitto: dal versante biellese salgono dalle umide risaie, superano il santuario di Oropa e cingono le vette, mentre l’aria più fredda della Vallèe prova a ricacciarle indietro, in uno splendido gioco di ombre, un combattimento aereo dove il chiaro è costretto ad arrendersi all’opaco.
Due serate splendide, tra caldi sapori e storie di montagna e di valle.
Trovano dei nuovi amici, appena oltre il confine.
Un grazie con tutto il cuore a Valeria, del Rifugio della Vecchia,
a Sandro ed a tutti gli altri del Rifugio Rivetti.
Sapete rendere la montagna la casa di tutti.
Siete speciali.
Brava Martina, molto bello, ero in attesa di un nuovo capitolo della vostra avventura.