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Un treno in ritardo, un autobus extraurbano lanciato nel traffico fiorentino a rotta di collo.
Bivigliano, a due ore di mezzi di trasporto da Bologna, quasi per miracolo.
Il pullman li scarica di fronte all’ingresso de Gli Scoiattoli. Poco prima, sulla sinistra, il sentiero esce dal bosco. Quel bosco, quel sentiero. Un sorriso un po’ ebete attraversa i loro visi per una frazione di secondo.
Documenti, due rampe di scale, doccia.
Una finestra da cui guardare lo stesso panorama, una abat-jour da dimenticare accesa.
Stesso tavolo, stessa sala, stesso vino.
Bivigliano, ultima alba del loro primo viaggio assieme, prima alba di un nuovo viaggio da condividere.
Partono al buio: al loro passaggio i lampioni si spengono, anticipando il crepuscolo in arrivo. Partenza in salita, attratti dalla promessa di Monte Senario, e della pace dei frati.
Un bosco di alberi scricchiolanti, gridano forte il loro dolore. Antiche burraie di pietra, nuovi sentieri e le storie di una Partigia lontana dai luoghi toccati appena un anno prima, eppure così uguale.
A Monte Giovi i primi mille metri di dislivello sono stati coperti, un pranzo all’ombra delle fronde di un castagno.
Nel periodo etrusco era meta di pellegrinaggi, alla stregua del Lago degli Idoli. Molti anni dopo è stato la culla delle principali brigate partigiane della Toscana, che da qui partirono per andare a liberare Firenze.
La cima è un trittico di comuni, divisa tra Pontassieve, Borgo San Lorenzo e Vicchio. Antichi simbolismi su nuovi percorsi.
E come sempre arriva la discesa, inesorabile, monotona, bianca. La quota guadagnata viene persa, e vi si aggiunge anche qualcosa di più.
La strada per Dicomano li guida tra agriturismi da cartolina e boschi di castagno.
Il paese è in fermento, ma ugualmente in molti si fermano ad osservarli incuriositi. Lo spritz di fine tappa è tanto, e subito ubriaca i loro corpi desiderosi di liquidi.
La doccia bollente e la fiorentina, però, sono una buona ricompensa.
“Cioè, tu mi stai dicendo che vuoi uno spritz con il Campari al posto dell’Aperol?”
(Una barista)
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Anche la seconda tappa inizia in salita.
Dall’area archeologica di Frascole il cosiddetto “Sentiero degli Etruschi” ricalca esattamente le sottili linee rosse che hanno evidenziato sulle cartine, e accompagna i viandanti fino al Lago degli Idoli. Una perfetta ricostruzione storiografica dei luoghi.
Tappa di salita inesorabile, inseguendo i tubi gialli del metanodotto, lungo la cresta spelacchiata di ghiaia ed erba gialla.
La cima di Monte Massicaia è un miraggio: ogni volta che credono di averla raggiunta si allontana da loro dopo l’ennesima ripida salita, si sposta qualche chilometro più lontano, stremandoli.
L’ingresso nel Parco delle Foreste Casentinesi determina un repentino cambiamento di panorama: la cresta delle montagne si contorna di una fitta faggeta, che la immergono nell’ombra. Lungo il Sentiero 00 un terreno di foglie morbide ammortizza i passi, soffocandone il suono, regalando la sensazione di essere esploratori sulla luna.
Il pendio che li precede impietoso per un momento li fa vacillare, pensano quasi di desistere, di cercare il riparo del piano. Però, una quota errata sulla cartina preannuncia che il peggio è passato, e, ritrovata la forma e l’umore, in pochi minuti raggiungono Capo D’Arno.
La radura è sgombra, l’umidità immobilizza i raggi del sole che riescono a filtrare dal bosco. Un piccolissimo torrente esce dalle profondità delle rocce. Si respira un’atmosfera magica, che nasconde folletti e fate tra il muschio verde brillante e le gocce di resina sulle cortecce.
Immergono le dita nella giovane acqua limpida, gelida. La porteranno fino al Tevere, perché si fondano e ritrovino l’unità perduta.
Duemila metri di dislivello positivo in una sola giornata, la cima di Monte Falterona sulla sinistra, schivata per raggiungere Monte Falco, 1659 metri di altitudine, la Cima Coppi dell’ intero viaggio.
La Romagna si apre più in basso, il rifugio CAI Città di Forlì è appena sotto il crinale.
Marco e Cristina li aspettano, anche se ancora non lo sanno, con la loro genuina ospitalità. Due nuovi amici da tornare a trovare nei boschi.
[…] Uno di Due…. […]